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Pubblicato il Giugno 27, 2013 | da Sergio

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Intervista a Silvia, blogger di The girl with the Suitcase

La prima domanda non può che essere: chi è Silvia? cosa fa nella vita oltre a viaggiare? che formazione ha?

Silvia è una 26enne piemontese appassionata di scrittura, eventi, viaggi e fotografia. Nella vita (da poco) si occupa di copy writing per un’azienda di moda in quel di Alba e, appena può, parte per brevi o lunghi viaggi. Ha studiato all’Università di Bologna (Lettere e Filosofia – corso in Discipline Artistiche) e a Torino, con un Master in Editing e Scrittura per cinema, tv, pubblicità, web.

La seconda domanda è apparentemente banale, ma visto che ogni globetrotter ha una sua risposta, non possiamo esimerci dal fartela. Perché ti piace viaggiare?

Perché il viaggio è la parte di vita che preferisco.

A noi piace pensare che per scegliere la prossima meta fai girare il mappamondo tipo roulette russa e poi punti il dito. E’ così? Se invece è una scelta più ponderata, con quali criteri decidi la tua prossima meta?

Non mi do quasi mai dei criteri nelle scelte che faccio, sono molto istintiva e se sento una particolare e spontanea attrazione per una specifica meta, allora è lì che devo andare. E così, portafoglio permettendo, ci vado.

Ci racconti brevemente l’avventura più interessante che ti è capitata in viaggio?

Sarò breve: l’avventura più divertente che sia davvero un’Avventura ancora deve capitarmi.

Di tutti i Paesi che hai visitato in quale ti piacerebbe vivere e perché? Sai già quali saranno le prossime mete di viaggio nel 2013?

Di quelli che ho visitato non vorrei vivere in nessuno di essi, vorrei vivere in Italia perché è il paese più bello del mondo nonostante TUTTO. Le prossime mete sono sicuramente Torino, il Veneto, l’Umbria. Ma sicuramente per il 2013 un bel viaggio come si deve e ancora da decidere c’è.

La prima domanda è una curiosità: cosa significa e da dove arriva il nome del blog The Girl with the Suitcase?

Significa la Ragazza con la Valigia e mi è stato attribuito ai tempi del master, viaggiavo sempre con la valigia appresso e da lì il passo al titolo del blog di viaggi è stato facile.

Sul tuo blog ormai ci sono centinaia di post che raccontano itinerari, esperienze, luoghi, consigli e modi di fare e di essere durante un viaggio. Come e quando ti sei inventata travel blogger? Durante quale viaggio ti è venuta voglia di raccontare la tua avventura?

Mi sono inventata blogger un bel giorno di giugno 2009, su un’altra piattaforma e utilizzando quel blog come esercizio di scrittura post master. Si chiamava la Ragazza con la Valigia ma ancora non avevo le idee chiare. A febbraio 2011, una notte, ho pensato di aprirne uno dedicato soltanto ai miei viaggi in italiano e inglese, da qui il titolo tradotto. Oggi scrivo solo in italiano per una scrittura più veloce, spontanea e sentita. Ah, ho iniziato a raccontare i miei viaggi partendo da quello irlandese, datato 2010.

Quanti sono i lettori affezionati, quelli che per nulla al mondo si perdono un tuo post o un itinerario di quelli che proponi? Quanti feed hai?

I miei sono lettori super affezionati. Per fortuna non ho quelli che vengono e poi spariscono, non so dirti di preciso quanti ma una bella parte di loro mi legge quasi sempre, condivide, commenta. In tempi in cui nessuno ha tempo da dedicare a commentare contenuti altrui, ma a condividere solo i propri, direi che dei miei pochi ma buoni affezionati lettori sono orgogliosa. Sì, sono fortunata ad avere questa interazione e con alcuni di loro si è instaurato un rapporto di amicizia virtuale e fiducia: prima fra tutte Valentina del blog Travel Upside Down. 🙂

In assoluto qual è stato il post di cui vai più orgogliosa?

Sicuramente lui: Vacanze Romane a Cuor Leggero.

Consideri il ‘travel blogger’ un’attività professionale (presente o futura) o rimane solo un bellissimo hobby?

Ora è un hobby, ma non ti nascondo che sarebbe un sogno farlo diventare una professione e vivere senza pensieri grazie ad esso. Difficile? Qui in Italia sì. A parte qualche collaborazione esterna con altri magazine di viaggi ottenuta grazie ad esso, io non vivo del mio blog.

Su quali canali promuovi il blog? Come fai a seguire senza impazzire Facebook, Twitter, MySpace, Linkedin, ASmallWorld, Hi5, Orkut, Google+, ecc ecc ecc?

Oh mamma, gli ultimi che citi non li ho nemmeno mai sentiti, sei troppo avanti! 🙂 Io condivido i post del blog su Twitter, Facebook, Google+, Flickr, Instagram, a volte Linkedin e Pinterest. Utilizzo Hootsuite per programmarli e godermi anche la vita offline! 🙂

Quali strumenti tecnologici non mancano mai nel tuo bagaglio? Quali oggetti che altri considererebbero superflui porti sempre con te (es: portafortuna, post-it, parastinchi …)?

Non mancano mai: cellulare, ipad mini e macchina fotografica. E poi: orologio, taccuino e matita.

Quali sono secondo te i Travel Blogger più interessanti in lingua italiana?

Ce ne sono parecchi interessanti a mio giudizio (per freschezza, stile, scrittura), ma per non fare un elenco troppo lungo qui ti cito Francesca Turchi (sintentica, precisa, utile), Serena Puosi (originale, creativa, emotiva come piace a me) e Fraintesa (imprevedibile, spontanea, con stile da vendere). Sono molto ma molto felice di averle incrociate lungo la mia strada, chi per poche ore, chi per qualche week-end!

Infine, da giovane-vecchia saggia viaggiatrice-blogger: qual è il primo consiglio che daresti a chi volesse aprire un Blog di viaggi?

Non sono saggia, assolutamente, ma un consiglio non si nega a nessuno: fallo perché ti piace, perché non puoi fare a meno di scrivere, perché scrivere per te è un’urgenza. E poi perché ti piace rivivere il viaggio scrivendolo, ricordandolo e raccontandolo online. Scrivere è viaggiare, e questo è poi il mio motto: tu inizia a farlo, ma poi stai attento, perché smettere è impossibile! 🙂

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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