Pubblicato il Aprile 26, 2013 | da Sergio
0Intervista a Marco di Non Solo Turisti
La prima domanda non può che essere: chi è Marco Allegri, cosa fa nella vita oltre a viaggiare? Che formazione ha?
Marco Allegri è un blogger italiano e un esperto di social media. Ha lavorato e vissuto in Inghilterra per sette anni prima di partire in giro per il mondo nel 2005, visitando sessanta paesi in cinque continenti (viaggio che ancora prosegue). Fotografo e videomaker, ha fondato thinkingnomads.com e nonsoloturisti.it, uno dei blog di viaggio più influenti. È in partnership con i principali blogger italiani e internazionali che si occupano di viaggio e cibo, e organizza eventi per promuovere culture locali in Italia e all’estero.
La seconda domanda è apparentemente banale, ma visto che ogni globetrotter ha una sua risposta, non possiamo esimerci dal fartela. Perché ti piace viaggiare?
Il motivo è semplice: in viaggio ci si confronta con culture ed usanze diverse dalla nostra (ovviamente per i viaggi all’estero). Ci si rende conto che là fuori c’è un mondo completamente diverso da ciò che siamo abituati a vedere standocene a casa.
A questo punto ti chiediamo di raccontarci brevemente l’avventura più interessante che ti è capitata in viaggio.
Sicuramente l’Annapurna Trek in Nepal: 15 giorni senza contatti con il mondo moderno ad un’altezza media di 4000 metri, a contatto con popolazioni locali che si accontentano di vivere sperduti in mezzo alle montagne, con pochi possedimenti. Ci si rende conto di come in Italia siamo circondati da molto superfluo.
A noi piace pensare che per scegliere la prossima meta fai girare il mappamondo tipo roulette russa e poi punti il dito. E’ così? Se invece è una scelta più ponderata, con quali criteri decidi la tua prossima meta?
E’ così: roulette russa. Di solito decido così: mi piacerebbe andare in Africa per esempio, leggo online qualche racconto di altri blogger che ci sono stati e le destinazioni scelte e poi decido dove andare.
Sul tuo blog c’è un bel post sul bagaglio del nomade digitale. Ci viene però un dubbio. Non è che il nomade digitale è poi costretto a viaggiare solo dove c’è una presa di corrente? In termini più seri la tecnologia pone dei limiti al viaggiatore, quali? Quali sono invece i principali vantaggi?
Bella domanda: il nomade digitale ha bisogno di corrente. Però non è vincolante questo aspetto, nel senso che ci si può scollegare per settimane in zone non raggiunte da elettricità per poi riprendere i contatti con il mondo nel primo villaggio dove ci sia un generatore di corrente e un collegamento a internet, che ormai si trova praticamente ovunque.
Di tutti i Paesi che hai visitato in quale ti piacerebbe vivere e perché? Sai già quali saranno le prossime mete di viaggio nel 2013?
Vivere in Nuova Zelanda, un posto remoto e con una popolazione ridotta. Inoltre c’è mare e montagna a pochi chilometri di distanza, il che vuol dire sciare la mattina e fare il bagno in mare nel pomeriggio. I paesaggi sono poi mozzafiato, qualunque luogo si decida di visitare.
Questa domanda è per soddisfare una curiosità: cosa significa e da dove arriva il nome del tuo blog, Non Solo Turisti?
Non Solo Turisti, ma viaggiatori: diciamo che questo è il nostro slogan. Significa che tutti coloro che scrivono su Non Solo Turisti condividono questa mentalità: viaggiare non come turisti, ma come viaggiatori, lentamente, non cercando di vedere il più possibile, ma piuttosto soffermarsi più a lungo in luoghi e posti particolari.
Sul tuo blog ormai ci sono centinaia di post che raccontano itinerari, esperienze, luoghi, modi di essere e di fare durante il viaggio. Come e quando ti sei inventato travel blogger? Durante quale viaggio ti è venuta voglia di raccontare la tua avventura?
A differenza di molti altri travel blogger italiani, il nostro blog è partito come diario di viaggio, uno strumento in cui raccontare le nostre avventure personali in giro per il mondo. La nostra mentalità e idea di viaggio è poi stata condivisa da molte altre persone che hanno iniziato a mandare post e articoli di viaggio. Abbiamo iniziato dal Sud America a raccontare le nostre esperienze e i nostri viaggi.
Quanti sono i lettori affezionati, quelli che per nulla al mondo si perdono un tuo post o un itinerario di quelli che proponi tutti i lunedì mattina? Quanti feed hai?
Difficile quantificare: diciamo che noi spingiamo molto i social network e ogni giorno riceviamo solo da questi canali 800 visitatori (solo per Non Solo Turisti).
In assoluto qual è stato il post di cui vai più orgoglioso?
Come fare un biglietto round the world: ho ricevuto molte richieste di persone che vogliono partire per questo tipo di viaggio, un segnale che anche in Italia ci sono viaggiatori disposti a sacrificare le proprie carriere o vite per viaggiare per lunghi periodi.
Riesci a vivere con il lavoro del travel blogger o rimane solo un bellissimo hobby?
Diciamo che è un lavoro part time, ma con grosse potenzialità per il futuro.
in quali canali promuovi il blog? Come fai a seguire senza impazzire Facebook, Twitter, MySpace, Linkedin, ASmallWorld, Hi5, Orkut, Google+, ecc. ecc. ecc.?
Soprattutto Twitter e Facebook, con un occhio di riguardo anche per Google +. Difficile seguire tutti, ma ci proviamo…
Quali sono secondo te i Travel Blogger più interessanti in lingua italiana?
Non posso dirlo altrimenti mi creo inimicizie nell’ambiente… Diciamo che tra quelli che seguo ci sono Sara di Viaggio AnimaMente, i ragazzi di lifeintravel.it perché raccontano di viaggi anche in bici e non solo avventure. Viaggiaredasoli.net perché Francesca racconta di come viaggiare per il mondo in solitaria. Viaggiovero.com perché ha sempre post interessanti e utili.
Infine, da vecchio saggio, qual è il primo consiglio che daresti a chi volesse aprire un blog di viaggi?
Usare WordPress come piattaforma. A parte gli scherzi, serve impegno e costanza: anche un post a settimana è sufficiente, ma deve uscire ogni settimana, senza sgarro, altrimenti si perde credibilità e lettori.