Arte

Pubblicato il Dicembre 16, 2011 | da Sergio

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Il Fado è diventato patrimonio immateriale dell’Unesco

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, su richiesta del Governo portoghese, ha riconosciuto il Fado, la musica tradizionale portoghese, come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Con questa decisione si intende “salvaguardare gli elementi e le espressioni del Patrimonio Culturale Immateriale, promuovere (a livello locale, nazionale e internazionale) la consapevolezza del loro valore in quanto componenti vitali delle culture tradizionali, assicurare che tale valore sia reciprocamente apprezzato dalle diverse comunità, gruppi e individui”.

Il Fado, nato a Lisbona, è un genere di musica popolare, il cui nome significa fato o destino. Il Fado si ispira al sentimento della malinconia, la saudade, rispetto ai temi dell’emigrazione, della separazione e del dolore.

Il Fado è eseguito con una voce e la guitarra Portuguesa ed ha origini molto antiche. Deriverebbe dai canti dei marinai, ma anche da influenze brasiliane: come la maggior parte delle musiche popolari sarebbe nata negli ambienti vicini alla malavita della capitale portoghese.

E come molte tradizioni, dopo essersi sviluppata in ambienti ‘periferici’, anche il Fado diventa patrimonio della borghesia e dell’aristocrazia e comincia ad avere diverse declinazioni. Così tra gli Anni Venti e Trenta nascono tre diverse specializzazioni legate a tre zone del Portogallo, Lisbona, Coimbra e Porto.

Il Fado di Coimbra è più accademico, sviluppato dagli studenti universitari: è cantato solo da uomini. Il Fado di Lisbona è più ‘urbano’, si suona e canta nelle osterie e racconta la vita dei miserabili che vivono in città. Il Fado do Porto, è più ‘vivo’, ed è stato interpretato da grandi artisti come Manè (Maria Manuel Santos) e Toninho do Carmo.

Foto di scottx

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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