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Pubblicato il Aprile 2, 2012 | da Sergio

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Alta fotografia tra Aosta e Torino: Elliott Erwitt e Cartier-Bresson

Hanno aperto quasi in contemporanea e termineranno entrambe il 24 giugno, due importanti mostre di fotografia ad Aosta e a Torino. Presso gli spazi espositivi dell’Hôtel des États nel centro di Aosta si tiene la mostra Elliott Erwitt, uno dei più famosi fotografi dell’agenzia Magnum. A Torino invece, a Palazzo Reale saranno presentate le opere di Henri Cartier-Bresson. Un altro dei più famosi fotografi dell’agenzia Magnum.


Icons, il titolo della mostra ad Aosta, ripercorre la carriera dell’americano Elliott Erwitt in 42 scatti selezionati da lui stesso. Tra questi alcuni ritratti mai visti dal vivo, ma solo su alcuni volumi. Questo particolare rende la mostra ad Aosta un evento davvero importante per gli appassionati dell’artista nato a Parigi nel 1928.

Tra gli autoritratti inediti uno inventato per ironizzare sul mondo dell’arte. In esposizione anche alcune delle più celebri foto di Erwitt, come il bacio tra innamorati ripeso nello specchietto retrovisore di un’auto, una meravigliosa Grace Kelly al ballo, Jacqueline Kennedy al funerale di JFK, Che Guevara, Marilyn Monroe e altri grandi del ‘900, ma anche gente comune, scene di vita quotidiana, come gli incontri tra i cani e i loro padroni.

Al Palazzo Reale di Torino invece va in scena un altro grandissimo della fotografia degli ultimi 50 anni, Henri Cartier-Bresson. Photographe, il titolo della mostra a Torino, è una retrospettiva del genio della fotografia nato nel 1908 a Chanteloup-en-Brie nell’Île-de-France e morto nel 2004 nell’Isle-sur-la-Sorgue in Provenza.

Anche Henri Cartier-Bresson come Elliott Erwitt ha lavorato con Magnum Photos, insieme  ai fondatori dell’agenzia, Robert Capa e David Seymour. In mostra a Torino più di 130 foto B/N scattate fra gli Anni ’30 e la fine degli Anni ’70. Una storia lunga mezzo secolo vista con gli occhi di un maestro. Un grande sperimentatore, coinvolto nel mondo che lo circondava, sempre attento ai movimenti artistici e sociali.

Il percorso della mostra si articola attraverso le immagini più celebri dell’artista ad iniziare da quelle in Cina alla fine del Kuomintang nel 1949, i funerali del Mahatma Gandhi nel 1948, il campo di deportazione a Dessau in Germania, nel 1945.

Anche per Cartier-Bresson la fotografia non è stata solo grandi eventi e personaggi famosi, ma anche gente comune, uomini e donne al lavoro, bambini con i loro giochi, scatti in cui i soggetti spesso non sanno di essere … in posa. Le immagini a Palazzo Reale riflettono quello che è stato il pensiero dell’artista francese: la fotografia nel momento “dell’anonimato nell’azione”, per catturare i segreti che legano un soggetto alla sua realtà. Una sua grande capacità era di raggiungere una perfezione formale pervadendo l’immagine di mistero. “Quando guardo un’opera di Henri Cartier-Bresson, scrive Yves Bonnefoy nel volume della mostra, provo dapprima meraviglia che possano essere accadute situazioni così ricche di senso, così intense”.

Elliott Erwitt, Icons, fino al 24 giugno, Hôtel des États, Aosta
Henri Cartier-bresson, Photographe, fino al 24 giugno, Palazzo Reale, Torino

Foto di Maurizio Zanetti

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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