Sapori

Pubblicato il Dicembre 3, 2012 | da Francy

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Tradizioni di Natale in Costiera Amalfitana: gli struffoli

Quando in Costiera Amalfitana si parla di Natale, non ci viene in mente un paesaggio innevato. Babbo Natale da queste parti non arriva sulla slitta volante e forse non ha neanche bisogno del suo pesante abito rosso. Qui a Natale si sente poco freddo e si mangiano pochi panettoni (è molto probabile che si mangino quelli ricevuti in dono, quando non vengono ulteriormente riciclati. Evviva la sincerità!).

Il clima ed il paesaggio ci regalano davvero poche occasioni per pensare al Natale classico da cartone animato: non c’è neve che “scende giù dal ciel”, ma a questo ci si abitua fin da bambini e senza un briciolo di amarezza. Qui la tradizione ha lasciato altri piccoli doni sotto forma di profumi, atmosfere, colori e sapori . Tutte cose che respiriamo e viviamo sin da bambini, immagini che ci restano dentro e che hanno in sé il nucleo dei Natale di tanti anni fa, quando ci si stringeva affettuosamente attorno alla tavolata imbandita come non mai. E gli adulti avranno sempre dentro questa immagine del Natale trascorso in famiglia, del primo che si ricordano, del primo che ha lasciato dentro quella strana sensazione di magia indimenticabile.

Qui, come forse in tutto il Sud, il Natale è un’esplosione di sapori, profumi e colori della tradizione, di quella tradizione che tanti anni fa aspettava i giorni di festa per fare sfoggio di quel suo fascino senza tempo, ma pieno di storia.

La gastronomia tipica parla da sola: zeppole, struffoli, roccocò, susamielli e mostaccioli sono solo i dolci e l’elenco non è completo!
Come ogni tradizione gastronomica che si rispetti, il valore aggiunto è dato dal pizzico di storia che si nasconde dietro queste ricette per noi così comuni.

Oggi non ci si fa più caso, soprattutto perché siamo abituati, a causa della mancanza di tempo, a comprare il prodotto finito in pasticceria, ma una caratteristica di tutti questi dolci era la loro capacità di non andare a male: si conservavano tutti per un periodo più o meno lungo, quindi si era liberi di prepararne in quantità anche maggiori, per poterle magari regalare o offrire agli ospiti.

Non siamo abituati a prendere in considerazione in valore simbolico che questi dolci rivestivano nella tradizione religiosa del Natale, né a conoscere un po’ di storia riguardo le cose che mangiamo abitualmente. Gli struffoli sono il dolce che più degli altri rappresenta questo tipo di tradizione, sia per la sua storia, sia per il significato simbolico che riveste il miele che li ricopre, ma soprattutto per le molteplici varianti che se ne possono trovare, ciascuna considerata quella “autentica”, ciascuna tramandata di famiglia in famiglia, o di zona in zona, ma tutte con qualche segreto che rende unico e diverso ogni piatto di struffoli.

Questo dolce, forse il più tipico di tutti, approdò nel Golfo di Napoli grazie ai nostri cugini greci. E sembra greca anche l’etimologia del nome: da strongoulos che vorrebbe dire arrotondato. Ovviamente, l’incertezza genera infinite storie e così il termine “struffoli” è talvolta associato alla parola “strofinare” (si strofina la pasta per ridurla in striscioline da tagliare poi a dadini); qualcuno crede che si chiamino così perché “strofinano” il palato, nel senso di “solleticare”; qualcun altro infine li associa allo strutto che anticamente veniva utilizzato nell’impasto e al posto dell’olio per la frittura.

Si tratta di discussioni nelle quali ci si potrebbe impantanare per giorni, senza mai trovare una risposta precisa, ma in fondo l’incertezza, che riguarda la storia della ricetta o la ricetta in sé, rappresenta l’ingrediente fondamentale della vera tradizione!
L’ingrediente fondamentale di questa prelibatezza natalizia è sicuramente il miele e non sono per l’estrema dolcezza che regala agli struffoli, ma anche per il valore simbolico che riveste nella celebrazione religiosa Natale.

La Bibbia narra che Sansone dopo aver ucciso un leone ne estrasse un alveare e del miele. Il significato appare chiaro: dalla morte nasce la vita. E il Natale vuole ricordare proprio la venuta al mondo di Gesù, il cui corpicino è definito roccia che dà il miele. Non è sicuramente un caso il fatto che il miele sia così presente nei dolci natalizi tipici.

Ma un’altra cosa tipica di ogni tradizione gastronomica è che nulla è lasciato al caso. Tutto si cela dietro un’apparente semplicità: sono l’esperienza e la pazienza a fare la differenza. Si è abituati a fare le cose di fretta e magari, dopo aver dimenticato qualche ingrediente, si cerca di farne a meno, sperando che il risultato dia uguale soddisfazione. La ricetta degli struffoli, invece, prevede che tutti gli ingredienti siano utilizzati: i diavulilli (i tipici confettini colorati che si usano per decorare) vi sembrano inutili? La frutta candita vi sembra un’inutile aggiunta? Nulla di più sbagliato.

Ogni ingrediente è necessario almeno quanto ogni passaggio per un risultato ottimale. Attenzione: c’è scritto ottimale, non perfetto. La perfezione è un’altra cosa: per quella ci vuole l’esperienza, che a sua volta richiede pazienza. In tempi come questi, ad appassionarsi alla cucina della tradizione, se ne ricava sempre una piccola grande lezione di saggezza antica.

Questo post è stato realizzato da Giulia, blogger di www.costadiamalfi.info, ed a questo link potrete trovare la ricetta per realizzare gli struffoli a casa, buon appetito!

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