Low cost

Pubblicato il Aprile 13, 2012 | da Giulia

0

Spese di viaggio: c’è anche la Tassa di Soggiorno

Nel 2011, quando la Tassa di Soggiorno ha fatto il suo esordio (introdotta nel Decreto sul federalismo municipale), le città italiane che l’avevano applicata erano davvero poche, tra queste Roma, Firenze, Venezia, Padova. Da quest’anno sono diventate tantissime. Lo ha scoperto con una indagine il Servizio Politiche territoriali della Uil. La Tassa di Soggiorno è un … balzello che dovrebbe essere utilizzato dai Comuni per finanziare interventi in favore del turismo, migliorare la fruibilità di siti e beni culturali e sviluppare nuovi servizi.

Attenzione quindi quando fate i conti preventivi delle spese di viaggio: sono ormai poco meno di 500 i Comuni a vocazione turistica che hanno deciso di applicare la Tassa di Soggiorno. Si va da un minimo di 0,50 euro a un massimo di 5 euro, in relazione alla struttura e al periodo di permanenza. Per famiglie di 3-4 persone diventa un calcolo importante nell’economia della vacanza.

Dall’anno scorso quindi i Capoluoghi di Provincia e i Comuni riconosciuti a livello regionale come ‘località turistiche’ o ‘città d’arte’ hanno facoltà di introdurre una tassa a carico dei turisti che soggiornano in hotel, agriturismo, B&B o campeggi nel loro territorio. Imposta definita dal numero di stelle della struttura e dal periodo di permanenza.

La UIL Servizio Politiche Territoriali ha realizzato un’indagine a campione per capire cosa accade a livello nazionale, scoprendo così un fatto interessante. In vista delle vacanze di Pasqua e del ponte del 25 aprile, molti Comuni si sono affrettati ad emanare la direttiva che deve essere approvata con un apposito Regolamento Comunale.

Tra il campione verificato dalla Uil: Catania ha aumentato la Tassa di Soggiorno rispetto al 2011 da 0,50-2 euro per notte a 1-2,50 euro per notte a seconda della struttura. A Capri per una notte in albergo si pagano 3 euro per un hotel fino a 3 stelle e 5 euro per un albergo di lusso. Negli hotel di Firenze una notte costa da 1 a 5 euro in più rispetto alla tariffa normale. A Venezia, a seconda del numero di ‘stelle’ da 1 a 5 euro in più in hotel o 3 euro per un B&B. A Siena da +2 euro a +5 euro, a Torino +1,30 fino a +5 euro. Vieste si accontenta di un + 0,80 fino a un massimo di 1 euro, mentre Roma viaggia tra i +2 euro per un tre stelle e un +5 per un hotel di lusso.

Sorrento da 1 a 1,50 euro, a Castelnuovo del Garda solo perché c’è Gardaland lì vicino, si paga una tassa da 0,50 euro a 2 euro. Dormire a San Gimignano ha per rincaro un originale +0,75 per una stella, mentre in agriturismo e B&B 1,50 a notte. In montagna nell’Unione dei Comuni della Tramezzina in Val d’Aosta per una notte in un albergo si va da +1 a un massimo di +1,50 per notte, mentre in un B&B o in un agriturismo +1 euro per notte. Ecc, ecc, ecc.

La Uil non manca di sottolineare come in alcuni casi le città abbiano deciso di rimandare l’introduzione della tassa “per motivi elettorali” e altre, come ad esempio Rimini, dove sarà introdotta solo ad ottobre ed in via sperimentale a causa dell’opposizione della “potente lobby degli albergatori”.

Foto di taxbrackets.org

Tags: ,


A proposito dell'autore di questo post

Quando scrivo viaggio, quando sogno viaggio, quando vivo vorrei sempre viaggiare. Purtroppo non riesco a scappare quanto vorrei, ma per fortuna il mio lavoro mi porta in giro per il mondo, a contatto con la gente. Quando torno mi chiudo dentro la mia stanza e ritorno da dove sono arrivata con la penna o la tastiera. Amo leggere i post di viaggio che si trovano nella rete. Ogni volta che raccontate di un vostro viaggio ... io vorrei essere stata lì con voi.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su ↑