Italia

Pubblicato il Settembre 15, 2011 | da Sergio

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Guida sulla Lombardia: cosa vedere e sapere, curiosità e stranezze

La Regione Lombardia, dicono, è una delle aree più produttive d’Europa. C’è da credergli se guardi al traffico di Milano alle 8 o alle 18. Ma quello che la cronaca non dice è che la Lombardia, a dispetto di una faccia così seria, è anche luogo di stranezze e curiosità, insomma ha un lato oscuro, ben oltre quelli del quadrilatero della moda.

Non che le altre regioni italiane si salvino in fatto di stranezze, ma qui assumono maggior significato vista la nomea di severità che la Lombardia si porta appresso. Non come la Sicilia tutta mare e cannoli, la Toscana California d’Italia, la Sardegna e il Billionaire, la Puglia dei trulli e dell’allegro Padre Pio, il Trentino con la grappa, le grolle, le vacanze e lo sci. Qui siamo in Lombardia, che nell’immaginario collettivo è lavoro, l’austero Duomo, i Padani armati di cappa e spada, il Barbarossa, la polenta nel freddo delle nebbie, e poi lavoro, lavoro e ancora lavoro. Mi spiace disilludervi altri-italiani: qui siamo strani come non mai.

Andiamo in ordine alfabetico per capoluoghi di provincia, così da non dimenticare nessuno, e poi un paio di ‘zone’, quelle conosciute anche a Oberledingermoor che vi sfido a trovare dove sia (nemmeno su Wikipedia c’è).

Berguuum, che per voi italici è Bergamo
Di Bergamo è Arlecchino, che i padroni se li mangia a cena. Una cena di cucina povera, con i casonsei e le castagne, che puntualmente finisce alle 22 con 130 (centotrenta) rintocchi del Campanone. Tra Berguuum de sura e quella da sota c’è una scala che si chiama Scorlazzini, che è comparsa anche nella serie televisiva Ghost Whisperer. Altro che Olmi con il suo Albero degli Zoccoli rigorosamente in dialetto orobico!

Brescia
Nel Risorgimento diventa Leonessa d’Italia e poi Falco d’Italia, che neanche il Villari se lo spiega. Brescia ha anche lei una torre con due puffi meccanici che allo scoccare delle ore fanno capolino: i Mac de le ure, i matti delle ore. Non vorrei dire, ma nella tranquilla Brescia parte la Mille Miglia (“la corsa più bella del mondo” secondo Enzo Ferrari) e sgorga la fonte della Birra Wührer, in via Trieste. Da sorseggiare mangiando le lumache cotte con gli spinaci. Se non sono strani questi …

Como
Per gli eterni bambini Como ha una sorpresa graditissima: in via Pio XI c’è il Museo della Rivarossi, mitica azienda dei trenini. A Como è nato Alessandro Volta e quindi è d’obbligo una visita al Tempio Voltiano con le memorabilia sulla vita e le opere dello scienziato che amava … le rane. Anche Plinio il Vecchio è nato a Como e poi è andato a morire a Pompei nell’eruzione del Vesuvio. Ma se volete davvero vedere lo spirito allegro che pervase il Medioevo di Como, da non perdere sono le figure grottesche e zoomorfe, con mostri e grifoni, del portale della Chiesa di San Fedele in centro città.

Cremona
La città è famosa per gli Stradivari, i Guarnieri e gli Amati, violini unici in tutto il mondo. Tra un do-bemolle e un fa-diesis si piazzano di rigore il torrone e la mostarda, anche questi, come i violini, esportati in tutto il mondo. A Cremona nel 1828 fu inaugurato il primo asilo nido d’Italia: come questo si concilii con il gemellaggio con tal Krasnojarsk, città oligarchica, industriale e un po’ mafiosa della Siberia centrale … fa parte della stranezze della città.

Lecco
A Lecco sono nati, tra gli altri, Roberto Formigoni, Roberto Castelli, Michela Vittoria Brambilla. A riprova che lì lo fanno davvero strano. Città manzoniana per eccellenza (quindi odiata da tutti i liceali), Lecco è talmente bella che ha ispirato grandissimi pittori a cominciare dal Da Vinci che ha fatto due copie della Vergine delle Rocce: una per il Louvre e una per la National Gallery. A Lecco, oltreché per i nati famosi, vanno orgogliosi anche per Medeghino, pirata di lago nel XV secolo. Se passate da Lecco e non provate il risotto con il persico avete fatto un viaggio a vuoto.

Lodi
Lodi risale al 1150, quando il Barbarossa mise un bel po’ di soldi per costruire la cattedrale. E’ stata la prima città in Italia a usare gas metano per usi domestici e industriali. La salvaguardia della città non è affidata alla Protezione Civile, ma ad un Crocefisso nella Chiesa di Santa Maria Maddalena: da lì passan tutti, dagli ex Dc ai figliocci del Pci. Nei piatti di ceramica marchio Vecchia Lodi si consiglia di mangiare le rane en ümid, il piccolo anfibio arrosto con intingolo di pomodoro, aglio e prezzemolo. Per dolce la tortionata, friabile e a base di mandorle, frutto tipico della pianura lombarda.

Mantova
A Mantova siccome non gli bastava il fiume Mincio hanno pensato bene di creare quattro laghi artificiali dai nomi originali: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo. Quest’ultimo sentendosi fuori posto si è prosciugato. Se non passate da Mantova potete sempre visitarla su Second Life: una banda di nullafacenti l’ha riprodotto in virtuale con certosina precisione. In località Valdaro, oggi zona industriale, un tempo si faceva ben altro: durante alcuni scavi nel 2007 sono stati ritrovati due scheletri di 6 mila anni fa stretti in un eterno abbraccio d’amore: gli Amanti di Valdaro. Di Mantova era anche Teofilo Folengo che inventò il linguaggio maccheronico, misto tra volgare, dialetto e latino. L’Esperanto del XV secolo.

Milano
Milano è stata capitale diverse volte nel corso della sua storia, ma alla fine ha perso la corsa e allora si è rifatta con la Compagnia delle Opere. Di Milano si può dire tutto tranne che sia una grande città: alle 4 di notte la circonvallazione più esterna si percorre tutta in 45 minuti. Alle 8 o alle 18 in tre ore: è in quel momento che Milano sembra “grande”. A Milano abbiamo tutto quello che ci serve: Chinatown, Luini, la Fiera di Senigallia, Pisapia, i resti dei Re Magi in Sant’Eustorgio, la Feltrinelli, il fantasma della Carlina in Duomo, parco Lambro, il panettone, la Martesana in primavera, il risotto giallo, gli ultimi cinema V.M.18 (Cinema Centrale in via Torino) e molto altro. Sì certo ci sono anche il Duomo, la Borsa, i Navigli, la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo. Ma quella è roba da turisti.

Monza-Brianza
L’ultima nata delle province lombarde. La gestazione è stata un po’ lunga: istituita nel 2004 è diventata operativa nel 2009. Nel 2006 c’era però già il palazzo pronto con le scrivanie e i pc. La Brianza è una delle zone più strane della regione: anche per noi lombardi è sempre un mistero capire da dove arrivi la ricchezza in quei paesini circondati da ville e villette. E’ nel retro di queste ultime che si svela il mistero: caponnoni e fabbrichette (con la ‘e’ aperta al massimo) dove ferve l’indotto e la piccola impresa artigianale e semi-industriale. In Brianza noi milanesi andiamo a fare i pic-nic la domenica. I turisti la amano per il verde e i centri storici. Le moldave e le rumene perché c’è tanto lavoro come badanti.

Pavia
Anche Pavia nel corso della sua storia ha avuto alte ambizioni: è stata capitale, dei Longobardi, ed è stata invidiosa di Milano per cui anche lei ha il suo Idroscalo (un po’ messo male oggigiorno). Leggenda narra che Pavia fu fondata da un gruppo di nomadi stanchi di viaggiare e che giunti in quei luoghi si sedettero qualche giorno prima di iniziare costruire le loro capanne. Anche l’edificazione del bellissimo Ponte Coperto è misteriosa: fu il diavolo a costruirlo nella notte di Natale del 999 chiedendo l’anima del primo passante. I furbi pavesi fecero in modo che a passare per primo fosse un cane, così sacrificato alla causa.

Sondrio
Sondrio e tutta la Valtellina sono stati da sempre rifugio di eretici e mistici di ogni tipo: sarà anche colpa della mitica bresaola e del gustosissimo bitto (formaggio locale). E’ certo però che i pizzoccheri abbiano influenzato le menti (per via del colesterolo) e la storia della zona, sempre divisa tra i Grigioni protestanti e i cattolici locali, sfociata nel sacro macello del 1620 (400 trucidati tra retici e riformatori). Le montagne intorno a Sondrio sono state anch’esse ‘macellate’ nel corso del Medioevo: per fare li terrazzamenti su cui da allora si coltivano le uve del Valtellina Superiore, del Grumello e del Sassella.

Varese
Voi altri-italici pensate che gli abitanti siano i varesotti, invece sono i varesini anche se tra loro si chiamano bosini, perché un po’ tutti figli (spirituali ovviamente) di Ambroeus, Sant’Ambrogio. Varese è un po’ come Roma, sorge su sette colli, ma non ha il Papa, né Napolitano. Il sette ricorre spesso a Varese: è conosciuta anche come la zona dei sette laghi. A Varese sono un po’ più ricchi che in altri posti, anche perché in zona ci sono aziendine del tipo Alenia, AgustaWestland, Bticino, MV Agusta, Cagiva, Calzaturificio Divarese, Ignis e Prealpi quella del burro e dei formaggi.

Dopo le province le aree di interesse turistico della Lombardia

I laghi lombardi
Tra grandi, piccoli, artificiali e altro, in Lombardia ci sono una ventina di laghi. La zona turistica più famosa è quella dei grandi laghi: il lato est del lago Maggiore, tutto il lago di Como/Lecco e la sponda ovest del lago di Garda. Le vacanze in hotel in riva al lago Garda sono sempre all’insegna del massimo relax, dell’ottima cucina e di un servizio di qualità, sia che si tratti di hotel a conduzione familiare che di catene internazionali. Nessuna invidia da parte degli hotel sul lago Maggiore e di Como perché hanno comunque la loro quota di tedeschi.
Giusto per citarli, gli altri laghi minori sono: il lago d’Iseo con l’isola lacustre più grande d’Europa, Monte Isola; il Lago di Lugano che per un piccolo pezzo è in Lombardia, tra Porto Ceresio e Porlezza; il lago d’Idro in provincia di Brescia; il lago d’Endine, in provincia di Bergamo, dove si praticano vela, windsurf, canoa e canottaggio; ed infine tutti i laghi di piccole dimensioni del varesotto e della Brianza: Varese, Comabbio, Monate, Biandronno, Annone, Pusiano, Alserio e Montorfano.

Le montagne lombarde
Il 40,6% della Lombardia è coperto da montagne. Il tratto di competenza rispetto all’arco alpino è quello compreso tra le Lepontine e le Retiche (ricordate? MaConGranPenaLeReCaGiù), ma anche le Orobiche che la litania ‘elementare’ non cita. Secondo le ultime stime sono più di 100 le cime lombarde che superano i 3 mila metri e sono oltre 70 le località sciistiche in Lombardia che si contendono il business invernale. Ma non solo! Perché tra Livigno, il Tonale e lo Stelvio, lo scii estivo in bikini è di prassi. Le grandi valli lombarde più famose per gli sport invernali sono la Valtellina (Madesimo, Aprica e Bormio), la Val Canonica con il comprensorio dell’Adamello Ski, Ponte di Legno e il Tonale, e la Val Brembana con il comprensorio sciistico Bremboski.
Ma anche a sud del Po si scia: sul Monte Penice in provincia di Pavia.

Allora: avete trovato dove è Oberledingermoor?

Foto di hozinja

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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