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Pubblicato il Luglio 1, 2011 | da Sergio

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Anche a Firenze la tassa di soggiorno. “E io pago!!!”

E’ il federalismo fiscale baby! Dopo Roma, anche Firenze adotta la tassa di soggiorno. Dal Primo di Luglio 2011 tutti i turisti sopra i 10 anni dovranno pagare un sovrapprezzo che servirà ad aiutare il Comune “a garantire il livello di qualità dei servizi relativi all’ambito turistico, culturale, ambientale e del trasporto”, come si legge nella delibera del Consiglio comunale.


Iniziano quindi ad esserci i primi riscontri in tema di federalismo fiscale che permette ai Comuni di varare iniziative per incrementare le entrate. La Tassa di soggiorno di Roma (che ha scatenato diversi malumori) e Firenze rientra in questo nuovo trend che se da una parte aiuta le finanze locali (a regime per Firenze circa 20 milioni l’anno), dall’altro crea rincari ai turisti e quindi malumori dei gestori delle strutture alberghiere. Anche a Venezia comunque ci stanno pensando.

La tassa di soggiorno a Firenze è regolata a seconda del livello della struttura. Si va da un euro al giorno in più alla tariffa della stanza per gli hotel a una stella fino ai 5 per gli hotel a 5 stelle. Ostelli, case vacanze, residence, ville d’epoca e agriturismi non sono esenti dalla nuova imposta.
Più nel dettaglio:
– Campeggi:
1,2,3 stelle 1 euro
4 stelle 2 euro
– Strutture extra alberghiere:
Ostelli 1 euro
Case per ferie 1 euro
– Residence:
2 chiavi 2 euro
3 chiavi 3 euro
4 chiavi 4 euro
Residence d’epoca 4 euro
– Agriturismo
1 spiga 1 euro
2 spighe 2 euro
3 spighe 3 euro

Sono esenti i minori fino a 10 anni e chi assiste persone ricoverate presso strutture sanitarie del territorio. L’imposta si applica sui pernottamenti dei non residenti e per un massimo di 10 notti consecutive.

Ovviamente sono molto diversi i pareri rispetto alla decisione.

“Dall’imposta di soggiorno per il 2011 arriveranno circa 10 milioni di euro, saranno 20 a regime, afferma il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, che saranno utilizzati per il contributo al Maggio Musicale Fiorentino, per l’acquisto del Teatro della Pergola, per la quota alla Fondazione Palazzo Strozzi, per la gestione dei musei comunali (in particolare Stibbert, Marini e per le aperture serali di Palazzo Vecchio con le attività del Museo dei ragazzi), per la biblioteca delle Oblate, per gli uffici di informazione turistica, per la manutenzione del verde pubblico e soprattutto per garantire il livello dei servizi del trasporto pubblico locale, che avuto un pesantissimo taglio dei fondi regionali”. A regime l’imposta servirà per rilanciare e finanziare l’attività congressuale e fieristica della città.

“Da sempre siamo contrari alla tassa di soggiorno, anacronistica e incomprensibile, ha affermato Carlo Pileri, Presidente di Adoc, associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori, piuttosto che introdurre tasse andrebbe rivisto un sistema turistico ormai obsoleto e non rispondente alle esigenze di ogni tipologia di turista, soprattutto di fascia medio-bassa. In questo modo l’Italia si porta fuori dal circuito turistico internazionale, un danno gravissimo per il Paese. Occorre rivedere il sistema delle stelle alberghiere, degli standard di qualità, delle offerte e dei servizi proposti ai viaggiatori”.

Tu cosa ne pensi? Sei disposto a pagare un po’ di più per aiutare le città d’arte? Cosa ti aspetti in cambio della nuova tassa che per una famiglia di 4 persone in hotel a 3 stelle significa quasi 40 euro in più per tre notti di soggiorno?

PS: ringrazio i gestori degli hotel di Firenze che ci hanno segnalato la nuova accise.

Foto di jonrawlinson

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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