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Pubblicato il Luglio 2, 2014 | da Giovy

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A spasso con Poirot

Lo sapevo che il momento sarebbe arrivato! Eccomi qui a parlarvi di uno degli investigatori che più ho a cuore: Hercule Poirot. Lui è un perfetto genio come lo è la sua creatrice che, con il suo personaggio, ha espresso il meglio della sua produzione letteraria. Poirot è stato il primo personaggio uscito dalla mente della grande giallista inglese.

Non so se lo sapete, ma Agatha Christie è la scrittrice più letta al mondo, in assoluto. E’ forse una delle poche scrittrici di successo (del passato) ad essere diventata famosa ancora in vita. Lei era una da bella vita, grandi ville, vestiti con stoffa pregiata e un sacco di feste. Poirot è, infondo, un po’ il suo corrispettivo maschile se non fosse per la riservatezza e la compostezza assoluta che lo contraddistinguono.

Il personaggio nacque nella mente della Christie nel 1920, dopo che lei prestò servizio in alcuni ospedali militari durante la Prima Guerra Mondiale. E’ proprio da questo periodo storico che Poirot trae la ragione del suo spostamenti in Inghilterra. Lui era belga e, come tanti suoi connazionali, fuggì nel Regno Unito proprio a causa della guerra. Qui si stabilisce in un luogo davvero mitico: Whitehaven Mansion. Siamo, ovviamente, nella Londra più bella di quel periodo e il luogo in cui sorge la casa del famoso ispettore è riconoscibile, ora, in Charterhouse Square. Non so voi, ma io vorrei tanto vedere quell’appartamento 56B scelto da Poirot proprio perché di proporzioni e simmetrie perfette. Siamo nel pieno centro di Londra e Poirot era solito passeggiare parecchio da casa sua alla zona di Saint Paul. Egli era anche un ottimo frequentatore del Covent Garden e di alcuni salotti degli Hotel più prestigiosi. Ovviamente, manco a dirlo, il suo sarto era in Oxford Street.

Il grande investigatore era un viaggiatore di quelli di altri tempi. Le sue storie ci portano sul Nilo o in Mesopotamia come se non ci fosse un domani, raccontandoci anche usi e costumi dei viaggi nei primi anni ’30. Pensate un po’ che la stessa Agatha Christie era una tipa da viaggi continui… anche in totale solitudine.

L’inizio del Diciannovesimo secolo fu il periodo in cui la compagnia o agenzia di viaggi Thomas Cook (esistente tutt’ora) cominciò ad organizzare i viaggi “in torpedone” addirittura fino a Istanbul, per tutta quella borghesia britannica che non poteva permettersi l’Orient Express, ma che voleva cogliere ugualmente il senso esotico di certe destinazioni.

Quello che più amo di Poirot è la sua supponenza, che altro non è che certezza nella sua intelligenza. Credo che molto, di questo suo aspetto, sia proprio della sua creatrice.

C’è un racconto che preferisco ad altri, per la zona in cui è ambientato. Si chiama “Dumb Whitness” (testimone silenzioso) e si svolge sulle rive del Derwentwater, un lago molto bello parte del famoso Lake District, la zona a nord-ovest dell’Inghilterra. Io sono stata da quelle parti un paio d’anni fa e mi sono molto appassionata ai paesaggi di quella zona. L’adattamento televisivo è girato nel paesino di Keswick. Se doveste andare da quelle parti, cercate bene in giro: potreste trovare i germogli dei pezzi del mio cuore che ho seminato durante il mio viaggio.

Scherzi a parte… quest’estate portatevi Poirot e la grande Agatha sotto l’ombrellone. Fanno compagnia, non sporcano, vi faranno riflettere e sorridere. Più che i luoghi, i racconti di Poirot raccontano certe abitudini e comportamenti che fanno davvero tanto Inghilterra!


A proposito dell'autore di questo post

Travel blogger e scrittrice freelance: classe 1978, sbrindola, poliglotta e viaggiatrice per indole. Nasco e cresco in Veneto, divento grande in Svizzera per poi coltivare le gioie del cuore in Emilia. Mi piace viaggiare con i mezzi pubblici, con gli occhi ben aperti e con il cuore curioso. Ho una passione sfrenata per le Isole Britanniche e per i piccoli luoghi che non aspettano altro che essere raccontati.



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