Pubblicato il Marzo 14, 2014 | da Maurizio Beolchini

Porto – Miglior destinazione europea 2014

Porto è chiamata anche la città dei ponti per i suoi numerosi viadotti automobilistici e ferroviari che attraversano il Rio Douro. Quello più famoso è un’audace struttura di ferro lunga ben 350 metri che ricorda una certa torre parigina forse perché costruito nel 1886 dallo stesso ingegnere Gustav Eiffel.

Un po’ di ingegneria, anche se ben nascosta, c’è anche in questo spettacolare video di Atmos Aerial Filming che sembra essere stato ripreso da un gabbiano saggio ed audace come il vecchio Jonathan Livingston. Non di un gabbiano ovviamente si tratta, ma di un piccolo gioiello della tecnica, un drone volante capace di impennarsi veloce risalendo le torri fin sopra i campanili più alti, planare sui tetti dei palazzi, su strade e piazze, ed infine sulla foce del fiume verso quel tramonto sull’oceano Atlantico che ci fa sognare.

Il drone però non si vede mai mentre si percepisce molto bene la sensazione del volo. La musica dei Pink Floyd completa questa piacevole sensazione di straniamento che prende dalle prime inquadrature quando ci accorgiamo di volare scoprendo da un punto di vista altissimo ed originale la prospettiva aerea della Casa da Musica e della Avenida Boavista fino all’oceano.

Il tecnico di Atmos Aerial Filming è certamente ispirato dalla storia del celebre gabbiano mentre pilota questi piccoli droni capaci di volare liberamente nel cielo ed effettuare riprese video e fotografiche. Uno di questi apparecchi si può intravedere in alto immerso nel cielo nell’immagine di copertina della pagina Facebook di Atmos Aerial Filming. L’effetto di queste riprese “volanti” è comunque davvero stupefacente ed i ragazzi hanno giustamente deciso di applicarsi per celebrare l’affascinante città di Porto premiata come miglior destinazione europea 2014.

Apriamo dunque le ali per risalire lungo i 76 metri della Torre di Clerigos specchiandoci nello sguardo stupito dei turisti che dal terrazzo stanno ammirando i tetti della città. E voliamo sulla foce del Rio Douro nella luce dorata di questo tramonto che ci accompagnerà fino all’ultima inquadratura. Porto è una città poco sviluppata in altezza e volare sopra i tetti della città vecchia sembra quasi un gioco da ragazzi, basta evitare i pochi palazzi che svettano verso il cielo ed il gioco è fatto.

Ma Porto non è solo una città dei ponti, è anche una città d’acqua con il Rio Douro che attraversa la città e che sfocia  nell’oceano Atlantico che la fronteggia. Tutto ciò ci è chiaro lungo la Avenida Brasil che corre alta sulla scogliera dritta davanti all’oceano, con le finestre aperte sul tramonto. Chi abita in quelle case non ha bisogno della televisione per distrarsi e vedere le bellezze del Mondo, basta che guardi fuori. Ma sdesso non c’è tempo per distrarsi perché quando si vola l’orizzonte cambia in un secondo, le prospettive si accavallano e Porto ci mostra passato e futuro da un capo all’altro dello stesso quartiere, dalla biancheria stesa alle finestre dei bassi del Barredo ai nuovi palazzi di ferro e cristallo dall’altro capo del quartiere, da una generazione all’altra, dal secolo precedente a quello successivo.

La città comincia a girarci attorno, ma forse è il drone che vola in cerchi più stretti sulla foce del Douro, sempre lì dove la città sembra terminare davvero, in fondo alla Avenida Brasil, oltre la piazza rotonda c’è solo un muro di pietra e poi le rocce, il Faro da Senora da Luz e l’ultima lingua di cemento che si allunga verso le onde dell’Atlantico, dove si può scorgere un pescatore. Ma torniamo sempre lì, dove mille chilometri di Europa finiscono in una lingua di roccia e cemento davanti al tramonto. Non è la California anche se stanno cantando i Pink Floyd, stiamo volando e rivolando sulla città di Porto in questo tramonto alla foce del Douro. Forse sono le correnti aeree a riportarci sempre indietro o siamo solo curiosi di sapere se il pescatore in fondo al molo di cemento ha pescato il suo pesce.

Viste da questa altezza le automobili sul ponte ci sembrano giocattoli, noi voliamo con i Pink Floyd cento metri sopra, anzi planiamo su questi accordi lungo il fiume. Un piccolo stormo di gabbiani ci incrocia e vola al nostro fianco e ci sembra la cosa più naturale del Mondo. Ma adesso il sole sta tramontando davvero, devono tornare al nido perché di notte non si vola. L’inquadratura finale è ancora alla ricerca del Rayon Vert di Eric Rohmer nell’ultimissimo spicchio di sole del tramonto, mentre la barca ritorna dalla pesca ed entrando nel fiume lascia una lunga scia nell’acqua immobile del tramonto.


A proposito dell'autore di questo post

Un'amica giornalista mi chiamò nell'87 architetto pentito perché dopo l'esame di stato passato con 40 avevo scelto di aprire un Pub. Poi nel 2000 in piena bolla Internet ho finalmente scoperto che la birra irlandese era migliore di quella di Porta Romana e dopo avere venduto tutto su Ebay come Matteo Caccia sono partito per Dublino. Dopo quindici anni di andarivieni mi è pure passata la paura del volo e sento fratello questo leggendario popolo irlandese a metà tra il pragmatismo inglese ed il possibilismo napoletano!



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su ↑