Pubblicato il Febbraio 18, 2014 | da Maurizio Beolchini

Midnight Barcelona, lettera d’amore alle notti catalane

L’autore di questo video, Pau García Laita, è prima di ogni altra cosa un ragazzo di 23 anni innamorato della sua città. La grande fortuna di Pau è che la sua città sia Barcellona e che sia un giovane regista innamorato anche del suo lavoro. Quando si è giovani di notte non si va a dormire, ma si gira per le strade, si incontrano gli amici e spesso si tira mattina. Pau, da ragazzo innamorato, ci propone questa lettera d’amore in video per raccontarci le sue notti di ventitreenne blaugrana. Al nostro Pau sono state necessarie 34 notti alla scoperta di palazzi e strade per scattare le 20.000 immagini servite per raccontarci questa storia.

E’ la storia della notte di Barcellona che ogni volta ricomincia quando il sole tramonta dietro la collina del Tibidabo e gli ultimi raggi si riflettono al centro del Portal de la Pau sulla corazza dorata di Cristoforo Colombo. Ma già al alle prime luci della sera la Torre Agbar illumina d’improvviso il quartiere accendendosi come una lampadina e liberando il suo popolo come se dicesse “che la notte abbia inizio”. E l’ultimo sguardo al tramonto non può che essere dal tetto di Casa Batlló e dall’alto di Villa de Gracia verso il mare lungo il Passeig de Sant Joan. Adesso che tutto s’è acceso la notte può iniziare davvero.

La notte di Barcellona si misura lungo il Diagonal alla velocità del plasma colorato di luci che lo attraversa, o dai colori dei mille Pau García Laita che cercano il filo conduttore della propria serata lungo le Ramblas. Ma di notte c’è chi lavora ancora e dalle finestre guarda fuori con invidia, perché in questa città il giorno e la notte hanno un confine così labile che li attraversa e li confonde.

Il plasma colorato di auto e persone che scorre nelle arterie delle notti di Barcellona scivola verso il mare, verso il porto, verso le rotonde e le strade veloci, dentro e fuori dal centro della capitale catalana. Ed ancora non può non passare da Plaça de Catalunya per una cerveza, un piatto di tapas o una serata in compagnia di amici. Ma appena prima dell’aurora si ritorna lungo il Diagonal a cercare di fermare la notte sotto le luci della Sagrada Familia, per poi dirigersi alla stazione per l’ultimo caffè. Ed un caffè servirebbe anche a noi perché il pulsare di questo mondo colorato dentro e fuori le strade e le gallerie della capitale catalana ci ricorda proprio lo scorrere del sangue in un organismo, che non si ferma mai.

Se vuoi saperne di più sulle tecniche usate e scoprire qualche aneddoto simpatico sul making of dai un’occhiata al post dedicato su audiovisualmeans

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A proposito dell'autore di questo post

Un'amica giornalista mi chiamò nell'87 architetto pentito perché dopo l'esame di stato passato con 40 avevo scelto di aprire un Pub. Poi nel 2000 in piena bolla Internet ho finalmente scoperto che la birra irlandese era migliore di quella di Porta Romana e dopo avere venduto tutto su Ebay come Matteo Caccia sono partito per Dublino. Dopo quindici anni di andarivieni mi è pure passata la paura del volo e sento fratello questo leggendario popolo irlandese a metà tra il pragmatismo inglese ed il possibilismo napoletano!



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