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Pubblicato il Febbraio 19, 2014 | da Giovy

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Un Sogno chiamato Puerto Escondido

Oggi ho deciso di parlavi di un luogo che per me ha sempre rivestito sembianze quasi magiche: Puerto Escondido.

L’omonimo film di Salvatores uscì nel 1992 ed io andai subito a vederlo perché ero già molto presa da tutto ciò che riguardava il Centro e il Sud America. Passato il momento del film, trovai in un cestone di offerte del supermercato la colonna sonora e le mie orecchie non ebbero tregua per mesi, forse anni.

Giorni fa mi è tornato tra le mani proprio quel cd e la mia mente è volata fino in Messico.

Quando arrivai a Puerto Escondido era l’alba di un giorno di settembre. Avevo viaggiato su di un autobus tutta la notte, dagli altopiani del Chiapas fino alla costa del Pacifico. Fu un momento molto bello perché mi ricordai di quelle volte, quando andavo al mare con i miei e, dopo tanto viaggiare, la striscia azzurra d’acqua salata compariva all’orizzonte.

Lo stesso successe in Messico e poi quella striscia blu fu sempre più vicina. L’ultimo pezzo di strada, non lo scorderò mai, correva parallelo all’Oceano Pacifico. Fu lì che vidi, sul fondo di quella retta parallela, le case che formavano il villaggio.

Il bello di Puerto Escondido è che sembra sospeso nel tempo: nessun grande albergo, nessun villaggio all inclusive. Solo la gente del posto, le loro barche, le loro case e la Playa Zicatela. Lì l’oceano si infrange forte sulla costa e quello è il regno dei surfisti. Puerto Escondido è un posto davvero “easy going”: si gira in costume, infradito e pareo dalla mattina alla sera. Si ride, si scherza, ci si gode il mare e il pesce che da lì viene preso.

Fare il bagno non è facile, anzi. Come dicevo prima, quello è il regno dei surfisti... lì le onde sono alte, minimo, un paio di metri nella stagione giusta: nessuna laguna, niente frangiflutti. L’oceano a Puerto Escondido va osservato e si entra in acqua solo se le condizioni lo permettono. E lo fanno ben poco… a meno che non si abbia una bella short board sotto i piedi.

I miei giorni in quel luogo sono stati placidi, sorridenti e tranquilli. Se quel luogo non vi sembra abbastanza, vi consiglio di prendere un bell’autobus di linea e puntare dritti verso la vicina Puerto Angel. Come dice il nome, si tratta di un luogo davvero angelico e anche questo molto tranquillo e pacifico.

Il turismo di massa, da queste parti, si ferma a Puetro Vallarta, dove attraccano grandi navi da crociera e dove gli americani vanno a svernare.

Ho amato molto questa zona del Messico perché mi ha regalato tanto vento e tanti bei pensieri. Ho adorato la vita semplice, i bungalow a bordo spiaggia provvisti solo di letti con zanzariere e piccoli armadi dove riporre i propri vestiti. Era fantastico addormentarsi la notte con il rumore costante dell’Oceano Pacifico, quasi come le onde cantassero una ninna nanna che non voleva finire. Passare un po’ di giorni da queste parti è facile, economico e anche tranquillo. Basta scegliere la semplicità. Il bungalow dove dormivo io costava l’equivalente di 5€ al giorno. Già, avete letto bene… 5€. Non era un’eccezione per la zona ma un prezzo perfettamente in linea con tutto.

La prossima volta che pensate ad un po’ di mare, mettete in conto anche questa zona del Messico. Ci vorrà pur sempre un bel viaggione per arrivare fino a qui ma ne vale immensamente la pena.


A proposito dell'autore di questo post

Travel blogger e scrittrice freelance: classe 1978, sbrindola, poliglotta e viaggiatrice per indole. Nasco e cresco in Veneto, divento grande in Svizzera per poi coltivare le gioie del cuore in Emilia. Mi piace viaggiare con i mezzi pubblici, con gli occhi ben aperti e con il cuore curioso. Ho una passione sfrenata per le Isole Britanniche e per i piccoli luoghi che non aspettano altro che essere raccontati.



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