Pubblicato il Aprile 29, 2014 | da Maurizio Beolchini

Magical Europe: un viaggio tra le meraviglie dell’Europa

Ammettiamolo, non possiamo nascondere un po’ di invidia per la famiglia di Stan Chang. Cosa porterà ad esempio nel suo cuore e nei suoi pensieri il piccolo taiwanese figlio di Stan Chang dopo 60 voli in 30 paesi diversi sempre con i suoi occhi di bimbo spalancati sulla magia finalmente svelata di questo Mondo. E qualcosa si svela davvero tra le pagine chiare e le pagine scure di questa Magica Europa volando da Santorini all’Islanda, dal tempio di pietra dei Titani nel grotto di Malta al fiordo islandese dove Stan e la sua famiglia festeggiano la loro splendida gioventù saltando tra cielo e terra. E che Cielo, che Terra!

Lo spettacolo dell’aurora boreale è il giusto sipario su questo libro di storia che in meno di quattro minuti ci racconta chi siamo, da dove veniamo e cosa dobbiamo ancora conoscere prima di morire. Cominciamo allora da subito a prendere appunti provando a separare il lavoro della natura da quello dell’Uomo: montagne vallate e scogliere dalle città fatte di mille luci. Mettiamo quindi le Dolomiti da una parte e la Sirenetta dall’altra, la rocca dell’Acropoli di Atene lontana da quella del Castello sul Monte Titano a San Marino che però sembra costruito da un’aquila più che da un Uomo. Ma uno dei misteri ci si svela subito seguendo il campanile della chiesa di Santa Maria sul lago di Bled in Slovenia sfumare in quello di San Patrizio a Dublino: le pietre dell’Uomo sono ormai già diventate parte della natura, la integrano ed ormai per sempre vi disegnano la forma dei suoi pensieri e delle sue necessità. Così non ci è più possibile disegnare precisamente dove finisca una e dove l’altra inizi. Anche il campo colorato di tulipani e l’unico sbocco sul mare bosniaco di Neum raccontano in pochi secondi a chi le conosce o le sa ascoltare storie molto diverse nello spazio, ma vicine nel tempo, come potrebbero esserlo il rifugio sulla cima dello Jungfrau e l’alba sulle case ancora addormentate di Santorini.

A proposito di Santorini il mito greco racconta di come il piccolo Dio Dioniso venne attirato in una trappola mortale dai Titani con piccoli giochi infantili ed uno specchio, e mentre egli vi si rifletteva questi lo uccisero così rompendo lo specchio in migliaia e migliaia di pezzi ognuno dei quali ne portò riflessa ed intatta la sua immagine divina, dando così origine alla coscienza degli uomini ed alla loro storia.

Migliaia di chilometri separano le saline di Malta dalle montagne di Vaduz e nulla sembra legare tutto questo Mondo se non gli occhi che lo guardano, e così il nostro Chang ci ha svelato infine un altro mistero: lo specchio di Dioniso riflette davvero il Mondo raccontando come lo vedono mille milioni di sguardi diversi, ma tutti ugualmente curiosi. Uno di questi è certamente il nostro attraverso gli obiettivi delle sue due Nikon D600 e D800E con le quali ha scattato 200.000 immagini per 20 terabytes (ventimila miliardi di bytes…) di memoria.

Stan Chang ha speso certamente molto di più in biglietti aerei, alberghi e rifugi di montagna che in attrezzatura fotografica e questo dà ancora più valore al suo lavoro: sudore e passione che ci arrivano ben prima della tecnologia. Per riprendere il carosello dell’aurora boreale infatti non serve il banco ottico, ma una buona tenda termica per proteggersi dal vento, un termos di caffè caldo ed una carezza di tuo figlio e di tua moglie che certamente aiutano a dare un senso alle tue scelte e ad una notte passata magari a dieci gradi sottozero.

Tags:


A proposito dell'autore di questo post

Un'amica giornalista mi chiamò nell'87 architetto pentito perché dopo l'esame di stato passato con 40 avevo scelto di aprire un Pub. Poi nel 2000 in piena bolla Internet ho finalmente scoperto che la birra irlandese era migliore di quella di Porta Romana e dopo avere venduto tutto su Ebay come Matteo Caccia sono partito per Dublino. Dopo quindici anni di andarivieni mi è pure passata la paura del volo e sento fratello questo leggendario popolo irlandese a metà tra il pragmatismo inglese ed il possibilismo napoletano!



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su ↑