Spettacoli

Pubblicato il Novembre 11, 2011 | da Sergio

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Roma Jazz Festival: all’insegna della mescolanza e dell’ibridazione

Giunto ormai alla 35° edizione il Roma Jazz Festival, in programma dall’8 al 30 novembre, è uno degli appuntamenti d’autunno da non perdere per gli appassionati delle contaminazioni jazz. La maggior parte dei concerti si terranno all’Auditorium Parco della Musica di Roma, in viale Pietro de Coubertin vicino al Palazzetto dello Sport di viale Tiziano.

La struttura, realizzata da Renzo Piano e inaugurata nel dicembre 2002, è diventata una realtà importante nella vita culturale e musicale della città. L’Auditorium, che è un centro di iniziativa polivalente, è diventato la ‘casa’ ufficiale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e nel mese di novembre sarà il cuore pulsante del Roma Jazz Festival.

Secondo quanto si legge nelle pagine di presentazione dell’evento musicale, “quest’anno il festival è dedicato alla ricerca del ‘Jazz Appeal’, o della nuova estetica di una musica intramontabile, strettamente legata alla vita e alle sue molteplici contraddizioni”.

Roma Jazz Festival ha avuto una anteprima il 17 ottobre, sempre all’Auditorium, con un concerto di Wayne Shorter, accompagnato dal pianista Danilo Perez, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria.

Nell’ambito del Jazz Festival si terranno anche le iniziative ‘Neu Jazz’ realizzate in collaborazione con i jazz club della Capitale e alcuni Istituti di cultura europei: saranno occasioni per capire cosa significa ‘fare jazz’ in altri Paesi europei.

Temi portanti del Festival sono la ‘mescolanza’ e la ‘ibridazione’. In questo senso vanno ad esempio le sperimentazioni del Flamenco quintet con Dave Holland che interagisce con l’ensemble tradizionale di Pepe Habichuela, o ancora il Mistico Mediterraneo di Paolo Fresu con il Coro Filetta, che amalgamano jazz, folklore popolare e le sonorità di un gruppo polifonico.

Mescolanza e ibridazione si trovano anche in Opera con Danilo Rea e Flavio Boltro che improvvisano su arie liriche di Mascagni, Bizet, Puccini; in We want Michael di Enrico Rava che, con il Parco della Musica Jazz Lab, si è ispirato al re del pop (Michael Jackson); nel Progressive di Roberto Gatto; in Latin Mood, che fonde jazz e tango; nella tromba speciale realizzata da Ibrahim Maalouf; nell’ensamble paneuropeo condotto da Tonino Battista.

Il programma completo della manifestazione spazia dall’intramontabile Pat Metheny, alle voci femminili delle Body and Soul, di Dee Dee Bridgewater, che ha lavorato con Dizzy Gillespie e Dexter Gordon, e di Petra Magoni accompagnata dal contrabbassista Ferruccio Spinetti.

Non mancano Youn Sun Nha, straordinaria e coinvolgente; Stefano Bollani, esteta del pianoforte; Tigran Hamasyan e la sua tecnica al piano; Martin Tingvall alla tastiera nel mix tra groove e pop melodico; Colin Vallon con il suo piano e le atmosfere evocative.

I biglietti di ingresso al Roma Jazz Festival ai singoli concerti hanno un costo compreso tra 15 e 55 euro, ma sono disponibili carnet a ‘tema’.
‘I Love Jazz’, 60 euro, 3 concerti in galleria, Pat Metheny Trio, Dee Dee Bridgewater e Bollani-De Holanda;
‘I Love Voice1, 60 Euro, 4 concerti, Youn Sun Nah, Dee Dee Bridgewater, Roberta Gambarini e Petra Magoni & Ferruccio Spinetti;
‘I Love Trumpet’, 60 euro, 5 concerti, Danilo Rea-Flavio Boltro, Ibrahim Maalouf, Bosso & Girotto, Fresu-Di Bonaventura-A Filetta e Enrico Rava & Pmjl;
‘I Love Piano’, 60 euro, 5 concerti, Colin Vallon Trio, Danilo Rea-Flavio, Bollani-De Holanda, Tigran Trio e Tingvall Trio.

Foto di Tom Marcello

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A proposito dell'autore di questo post

Giornalista professionista, appassionato di animali e viaggi, cibo e informatica. Sognatore di professione, cerco di rendere migliore questo mondo raccontando e raccogliendo le piccole esperienze quotidiane che messe insieme fanno una vita. I miei figli dicono che è più facile saltarmi che girarmi intorno. Ma quella è solo apparenza. La sostanza è una costante attenzione per le cose belle e buone che questo mondo ci mette tutti i giorni nel piatto.



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